Mini-BOT, soluzione o problema?

Investment Advisory

18.06.2019

Mini-BOT, soluzione o problema?

Presentati dal Governo come uno strumento valido per saldare i debiti della Pubblica Amministrazione, vengono considerati dalla comunità finanziaria un primo, pericoloso passo verso l’uscita dell’Italia dall’Euro.

Nelle ultime settimane si è riacceso il dibattito intorno ai mini-BOT, saliti alla ribalta delle cronache quando entrarono a far parte del Contratto di Governo fra Lega e Movimento Cinque Stelle. 

Il 28 maggio, infatti, la Camera ha approvato all’unanimità una mozione non vincolante che impegna il Governo ad accelerare il processo di pagamento dei debiti commerciali della Pubblica Amministrazione, anche ampliando i meccanismi di compensazione fra crediti e debiti dello Stato attraverso “strumenti quali Titoli di Stato di piccolo taglio”.  

Non esiste una proposta articolata sul tema (e le tecnicalità sono importanti), ma nella sostanza i mini-BOT dovrebbero essere obbligazioni governative di piccolo taglio (da 5 a 100 euro), infruttifere e senza scadenza; sarebbero emessi dal Tesoro in forma cartacea a fronte di debiti commerciali della Pubblica Amministrazione e potrebbero essere utilizzati per pagare qualsiasi bene o servizio legato allo Stato, dalle tasse ai biglietti ferroviari. 

Questa “moneta fiscale” non potrebbe avere corso legale (ovvero, non se ne può disporre l’accettazione quale mezzo di pagamento per legge), perché l’articolo 128 del Trattato dell'Unione Europea e l'articolo 10 del Regolamento CE/974/98 stabiliscono che "le banconote in euro sono le uniche aventi corso legale nei Paesi Membri". 
Tuttavia, il timore della comunità finanziaria è che i mini-BOT (se emessi in quantità significative) possano attivare un circuito di pagamenti parallelo e trasformarsi in una moneta alternativa all’euro, primo passo verso l’uscita dell’Italia dall’Euro
Ad avvallare le preoccupazioni le dichiarazioni di Claudio Borghi, ideatore dello strumento, Presidente della Commissione Bilancio della Camera e responsabile economico della Lega. In passato, parlò di “un espediente per uscire dall’euro in modo ordinato e tutelato”, e nel 2017 ha ribadito il concetto intervenendo al Convegno "Oltre l’Euro per tornare grandi", alla presenza di Matteo Salvini: “Avremmo una moneta in circolazione, che poi potrebbe diventare la nostra”. 

Il Governo ha ufficialmente smentito questa posizione, sottolineando i mini-BOT avrebbero il solo obiettivo di risolvere il problema dell’ingente stock di debiti inevasi della Pubblica Amministrazione.
Tuttavia, da più parti è stata sottolineata la scarsa utilità dell’opzione anche a questi fini: qualunque ​emissione di titoli pubblici rappresenta una voce di debito, indipendentemente dalle caratteristiche finanziarie, dunque si tratterebbe di pagare debiti con altri debiti, per giunta aggravando il quadro delle finanze pubbliche (i crediti dei fornitori sono esclusi dai parametri di Maastricht). Il problema, oltretutto, è in fase di ridimensionamento: lo stock di arretrati è sceso da un massimo del 4,3% del PIL nel 2011 al 2,9% nel 2018 (circa 53 miliardi di euro).

Non stupisce che il provvedimento del Parlamento abbia avuto un’accoglienza molto negativa: il Ministro delle Finanze Tria ha parlato di strumenti illegali o inutili, Mario Draghi è stato altrettanto diretto (“I Mini-Bot o sono moneta, e dunque illegali, o debito, e quindi aumentano il debito pubblico. Non esiste una terza possibilità.”) e Moody’s ha dichiarato che il solo fatto che la proposta sia stata avanzata rappresenta un fattore negativo per il rating dell’Italia. 

Questa levata di scudi riduce al margine lo spazio politico di implementazione della manovra e diversi analisti considerano l’insistenza del Governo su questo tema una strategia negoziale nel dialogo con Bruxelles, ma l’ambiguità sul tema dell’adesione all’euro è estremamente costosa: il premio al rischio richiesto dagli investitori aumenta, la spesa per interessi sale (o non cala, a differenza di quella degli altri Stati Europei) e lo spazio disponibile per misure di stimolo fiscale quanto mai necessarie si riduce. 



Debiti Commerciali della Pubblica Amministrazione italiana


Fonte: elaborazione ANIMA su dati Bankitalia​



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