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BCE: tassi invariati, e una valutazione più olistica dei trend macro

foto: Investment Advisory Investment Advisory

23.12.2025

BCE: tassi invariati, e una valutazione più olistica dei trend macro

I commenti di Christine Lagarde e le revisioni apportate alle stime di crescita e inflazione segnalano l’assenza di pressioni per un cambiamento della stance di politica monetaria, almeno per il momento. Manteniamo l’aspettativa di un taglio nel 2026, ma la tempistica dell’intervento è diventata più incerta

​​​​​Come ampiamente atteso, durante l'ultimo meeting dell'anno la BCE ha lasciato invariati sia i tassi (2,00% per il tasso di deposito, 2,15% e 2,40% per i tassi sulle operazioni di rifinanziamento principali e marginali), per la quarta volta consecutiva, che l'orientamento per il futuro: le decisioni continueranno ad essere assunte riunione per riunione in funzione del flusso di dati, senza vincolarsi a un percorso predefinito.

Christine Lagarde ha ripetuto che la BCE ha raggiunto una “buona posizione", seppur non statica, e ha aggiunto che il Consiglio è unanime nel ritenere che “tutte le opzioni siano sul tavolo" con riferimento al prossimo intervento, anche in virtù dei livelli elevati di incertezza intorno allo scenario di riferimento.

Le proiezioni macroeconomiche, tuttavia, sono state riviste sensibilmente al rialzo, sia per la crescita che per l'inflazione.

In particolare, le stime sull'inflazione core sono passate dall'1,9% al 2,2% per il 2026 e dall'1,8% al 1,9% per il 2027, mentre l'indicazione relativa al 2028, fornita per la prima volta, è pari al 2,0%. Durante la conferenza stampa, la Presidente ha dichiarato che la variazione si spiega con una decelerazione più lenta dell'inflazione sui servizi, figlia in parte di pressioni salariali più forti del previsto; tuttavia, è stato precisato che gli indicatori anticipatori restano coerenti con una moderazione di tale pressioni, verso livelli compatibili con l'obiettivo di stabilità dei prezzi. L'inflazione headline, analogamente, è attesa assestarsi all'1,9% nel 2026 (dall'1,7% di settembre), 1,8% nel 2027 e 2,0% nel 2028. Anche l'outlook per la crescita è stato rivisto in misura sostanziale: il PIL è atteso espandersi a un ritmo dell'1,4% nel 2025, 1,2% nel 2026 e nuovamente 1,4% nel 2027 e 2028 (le stime formulate a settembre erano pari a 1,2% nel 2025, 1,0% nel 2026 e 1,3% nel 2027). La variazione è stata ricondotta alla resilienza della domanda interna: Christine Lagarde ha espressamente citato la forza degli investimenti privati (in gran parte legati all'AI) e una dinamica meno negativa del previsto per le esportazioni, spingendosi a dichiarare che è possibile che l'economia stia registrando dei cambiamenti strutturali (il tema sarà approfondito nel corso della prossima riunione).

La nostra valutazione delle prospettive macroeconomiche per l'Area Euro non cambia; restiamo convinti che la qualità della crescita sia scarsa e che l'inflazione nel 2026 scivolerà sotto il target del 2%, con il traino dei servizi; il passato apprezzamento dell'euro inizierà a pesare, mentre i benefici del piano di stimoli tedesco si avvertiranno solo dalla seconda metà del 2026. In questo contesto, restiamo dell'idea che l'economia necessiti di ulteriore supporto e continuiamo a prevedere un ulteriore taglio dei tassi; tuttavia, l'adozione di una funzione di reazione più olistica da parte della BCE introduce margini di incertezza sui tempi, con crescenti rischi di uno slittamento da marzo (che resta il nostro scenario centrale) a giugno o anche oltre. 


Previsioni BCE sulla dinamica di PIL e inflazione nel triennio 2026-2028​



Fonte: elaborazione ANIMA su dati Bloomberg







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