Overview - Occhi puntati sugli Stati Uniti

Fabio Fois

Responsabile Investment Research & Advisory

12.10.2022

Overview - Occhi puntati sugli Stati Uniti

Le prospettive per la crescita globale continuano a peggiorare, anche se a un ritmo diverso e per ragioni diverse a seconda delle aree geografiche. Restiamo convinti che il rallentamento nei paesi sviluppati si accentuerà nel quarto trimestre, quando il deterioramento dei bilanci di famiglie e imprese diventerà più severo e il PIL europeo si contrarrà. Anche gli sviluppi sul fronte dei prezzi non sono omogenei: le pressioni globali connesse al Covid e alla guerra si stanno allentando e i dati confermano che l’inflazione statunitense dovrebbe raggiungere il picco nel terzo trimestre, ma in Area Euro le pressioni al rialzo potrebbero proseguire per tre/sei mesi

L'outlook globale è ulteriormente peggiorato nelle ultime settimane. Rispetto al resto del mondo, l'economia statunitense costituisce una nota positiva, seppur non splendente, ma restiamo convinti che il rallentamento dell'attività economica si intensificherà nel quarto trimestre. In Area Euro lo scenario peggiore sul fronte del gas naturale e dell'elettricità potrebbe essersi già materializzato: ci aspettiamo che la crescita del PIL subisca una contrazione del quarto trimestre e permanga in territorio negativo almeno nei primi mesi del 2023. La ripresa della Cina resta debole e i rischi al ribasso si stanno intensificando per la recrudescenza della pandemia.


Continuiamo a pensare che negli Stati Uniti l'inflazione stia raggiungendo il picco. Tuttavia, abbiamo introdotto un fattore di correzione nel nostro scenario base, per tener conto dei rischi derivanti dalla maggiore volatilità dell'inflazione core. Nell'Area Euro, a meno che le autorità comunitarie non intervengano sul mercato dell'energia, l'inflazione headline non dovrebbe raggiungere l'apice prima del quarto trimestre 2022/primo trimestre 2023, mentre il dato core dovrebbe decelerare a partire dal quarto trimestre, di pari passo con l'indebolimento dell'attività economica. Le dinamiche sul fronte dei prezzi in Cina restano benigne.


Le banche centrali sono focalizzate sull'obiettivo di ancorare le aspettative di inflazione e presumibilmente continueranno ad aumentare i tassi almeno fino al primo trimestre 2023, con la Fed che dovrebbe raggiungere il 4,50-4,75% e la BCE almeno l'1,75-2,25%. In Cina, fino a quando il progressivo indebolimento della crescita non si trasformerà in un vero e proprio rallentamento, la banca centrale dovrebbe lasciare invariato l'attuale policy-mix, ovvero mantenere i tassi stabili e stimolare l'erogazione di credito.


In questo contesto, raccomandiamo la seguente allocazione:

  • Tassi USA | Suggeriamo di interrompere tatticamente il processo di accumulazione di posizioni, in virtù di una crescita economica ancora positiva, anche se in deterioramento, e dell'aumentata volatilità sul fronte dell'inflazione core. In questo contesto, la Fed non ha altra scelta che rimanere aggressiva. Il SOVRAPPESO strategico rimane però invariato, per due ragioni: 1) più la Fed anticipa la stretta, maggiore è la probabilità di una recessione; 2) i rendimenti dei Treasury decennali non dovrebbero raggiungere il livello terminale dei tassi attualmente prezzato.
  • Tassi Area Euro | Rimaniamo NEUTRALI sui Bund. La BCE si è rivelata ancora più dura e aggressiva di quanto ci aspettassimo: continua a negare i crescenti rischi di recessione, con i membri più intransigenti del Consiglio che sembrano aver preso il controllo delle decisioni di politica monetaria. Permane anche la neutralità sui BTP, in virtù del clima di incertezza sull'orientamento del nuovo Governo di centrodestra sui temi della politica fiscale e dell'attuazione del PNRR.
  • Azioni globali | La view tattica è neutrale: ci aspettiamo che nelle prossime settimane i mercati restino volatili e consolidino all'interno di un ampio trading range, in balia di due forze contrastanti: l'atteggiamento aggressivo delle banche centrali e la resilienza dei fondamentali aziendali. 

 

 Crescita


Stati Uniti – Una nota positiva, seppur non splendente


Rispetto al resto del mondo, l'economia statunitense costituisce una nota positiva, seppur non splendente. Il flusso di dati più recente ha convalidato il nostro scenario base secondo cui l'economia sta rallentando, ma la recessione tecnica registrata nel primo semestre non dovrebbe estendersi nel terzo: è probabile che la crescita riacceleri, sostenuta dalla domanda interna. Tuttavia, restiamo convinti che il rallentamento si intensificherà nel quarto trimestre, quando il deterioramento dei bilanci di consumatori e imprese provocherà un calo significativo della spesa del settore privato.


I dati più recenti sono coerenti con la prosecuzione della fase espansiva. L'indice ISM di fiducia delle imprese operanti nel settore dei servizi relativo al mese di agosto ha sorpreso al rialzo, per la seconda volta consecutiva, offrendo segnali rassicuranti circa la forza della domanda interna. La risalita del dato complessivo è il risultato di un miglioramento diffuso delle componenti di domanda, mentre le pressioni sui prezzi continuano a diminuire. La divergenza tra gli indici ISM e PMI è proseguita anche nel mese di agosto, con il secondo che ha sorpreso al ribasso. Tuttavia, continuiamo a pensare che l'ISM offra una fotografia più affidabile rispetto ai PMI, e che i dati di luglio e agosto sulla fiducia delle imprese di servizi siano coerenti con la rotazione della spesa fra beni e servizi che avevamo previsto: il trend si è intensificato nel corso del terzo trimestre e continuerà a sostenere i consumi.  


La dinamica della spesa mostra però delle incrinature. Le vendite al dettaglio nel loro insieme sono state più forti del previsto, trainate da un forte incremento delle vendite di autoveicoli. Ma le componenti che rientrano nel gruppo di controllo sono rimaste stabili, il che fa supporre che la spesa per prodotti di consumo potrebbe deludere nel terzo trimestre.


Il mercato del lavoro resta solido. Secondo il report sull'occupazione relativo al mese di agosto, l'economia continua a generare nuovi posti di lavoro a un ritmo soddisfacente e in tutti i settori, con la crescente disponibilità di manodopera che compensa in parte le rigidità. Dopo aver perso direzionalità per alcuni mesi, infatti, il tasso di partecipazione alla forza lavoro è aumentato, trainato dai lavoratori nel pieno dell'età lavorativa, e ha provocato un lieve aumento del tasso di disoccupazione. In prospettiva, restiamo convinti che il mercato del lavoro continuerà a raffreddarsi: nelle ultime due settimane le richieste di sussidi da parte dei disoccupati sono aumentate, e resta in calo il numero di imprese intenzionate ad assumere.


Lo scenario base di ANIMA. In questo contesto, abbiamo ridotto le nostre previsioni di crescita per il terzo trimestre di 0,5 punti percentuali, all'1,5%, ma manteniamo la stima di 1,0% per il quarto trimestre, coerente con un tasso di crescita annuale dell'1,7% (rispetto all'1,8% precedente). Per quanto riguarda il 2023, ci aspettiamo che l'attività economica si espanda a un ritmo dell'1,0%, con tassi sequenziali rispettivamente pari a 0,7% e 1,0% nel primo e secondo trimestre, 1,5% nel terzo e quarto trimestre.


Area Euro – Prossima fermata: recessione


Lo scenario peggiore per l'Area Euro sul fronte del gas naturale e dell'elettricità si è già materializzato. I dati sulla fiducia delle imprese continuano a suggerire che l'economia nell'Area Euro abbia vissuto, nelle migliori delle ipotesi, una fase di stagnazione nel terzo trimestre, e che il peggio debba ancora arrivare. Vista anche la determinazione della BCE a combattere il fantasma di una stagflazione innescata dagli sviluppi geopolitici, l'attività economica registrerà probabilmente una contrazione nel quarto trimestre e resterà in territorio negativo anche nei primi mesi del 2023.


Sull'orlo di un abisso energetico. Gazprom ha annunciato che interromperà la fornitura di gas attraverso il gasdotto Nord Stream 1 per ragioni tecniche, connesse alle sanzioni occidentali. Il Cremlino ha precisato da subito che le forniture non riprenderanno fino all'abolizione delle sanzioni. In questo contesto, l'Europa è costretta a trovare un modo per sopravvivere all'inverno, e lo spettro di un razionamento energetico non è mai stato così nitido.


Risparmi di energia insufficienti. Nonostante i flussi di gas provenienti dalla Russia siano stati di gran lunga più bassi durante l'estate, l'Unione Europea è riuscita a raggiungere gli obiettivi in termini di scorte di gas naturale per il mese di novembre (80%) con due mesi di anticipo, e la maggior parte dei paesi membri sta adottando misure per ridurre i consumi energetici e soddisfare il taglio volontario di 15% dei consumi concordato durante il Consiglio Europeo del 26 luglio. Questi interventi, però, non basteranno a superare l'inverno se i flussi di gas dalla Russia dovessero fermarsi. A meno che i prezzi all'ingrosso dell'energia non diminuiscano e/o siano adottate misure per ridurre i pezzi applicati ai consumatori, la spesa di consumatori e aziende subirà una contrazione entro la fine dell'anno, spingendo l'economia dell'Area Euro in recessione.  


Situazione buia per le imprese. L'indagine realizzata dalla Commissione Europea fra le imprese ha riflesso fedelmente il messaggio trasmesso dagli indici PMI. I dati di agosto confermano che la fiducia è andata sempre più deteriorandosi nel corso dell'estate. Nel settore industriale, in particolare, il calo del sentiment è attribuibile al minor numero di ordinativi e ai livelli elevati livelli di scorte. Anche fra le imprese di servizi il pessimismo è aumentato per l'indebolimento dell'attività economica passata, mentre la fiducia dei consumatori ha registrato un lieve miglioramento rispetto al minimo storico di luglio, pur restando al di sotto del secondo livello più basso raggiunto nell'aprile 2020, durante la crisi Covid. La spesa per l'acquisto di beni continua a rallentare anche in Francia: il trend ribassista si è instaurato già dalla fine del 2021 ed è proseguito nel mese di luglio, con il dato aggregato tornato ai livelli del 2016.


Lo scenario base di ANIMA. Le nostre stime per il resto dell'anno sono invariate: ci aspettiamo una stagnazione del PIL nel terzo trimestre e una contrazione dell'1,2% nel quarto, coerenti con un tasso di crescita per l'intero 2022 del 3,1%. L'anno prossimo, la crescita dovrebbe fermarsi allo 0,1%, con i tassi trimestrali rispettivamente pari a 1,2%, 0,8%,1,6% e 1,2%.


Cina – Il momentum continua a indebolirsi


Nel mese di agosto, l'attività economica si è stabilizzata rispetto a luglio, in linea con il nostro scenario base rivisto: il miglioramento della produzione industriale e dei consumi privati è stato infatti bilanciato da un calo del commercio internazionale e da un rallentamento nel settore immobiliare. Recentemente, un'altra ondata di contagi ha gettato ombre sui mesi a venire: ci aspettiamo infatti che le autorità irrigidiscano ulteriormente le restrizioni in vista del XX congresso del Partito comunista programmato per metà ottobre.


I dati sull'attività economica relativi al mese di agosto hanno convalidato il nostro scenario base rivisto. Il braccio di ferro tra potenziamento degli stimoli di policy e persistenza di condizioni avverse prosegue, e si è riflesso nella stabilizzazione osservata in agosto. Da una parte, la produzione industriale è migliorata, trainata dal comparto automobilistico (nonostante il calo delle esportazioni e le carenze energetiche), e anche le vendite al dettaglio hanno sorpreso al rialzo grazie al contributo delle vendite di auto. Dall'altra parte, però, l'attività immobiliare resta depressa, e i dati ad alta frequenza concernenti voli aerei, viaggi in metropolitana e trasporto di merci evidenziano un ulteriore indebolimento nel mese di settembre.


Rischi pandemici di nuovo in gioco. Nel corso delle ultime settimane, un'altra ondata di contagi su ampia scala ha fatto scattare lockdown in oltre 50 città con quasi 300 milioni di abitanti, corrispondenti all'incirca al 10% del PIL totale cinese (rispetto al 20% di aprile/maggio). Considerando che a metà ottobre si terrà il XX Congresso del Partito comunista, prevediamo che le autorità inaspriscano le restrizioni per evitare nuovi focolai, e continuiamo a ritenere poco probabile un ammorbidimento significativo della politica di tolleranza-zero contro il Covid dopo il Congresso: la retorica ufficiale è stata troppo gonfiata per poter essere rapidamente accantonata, e il quadro pandemico potrebbe peggiorare durante l'inverno.


Improbabili nuovi stimoli economici. Continuiamo a prevedere che gli stimoli approvati in passato si traducano in robusti investimenti in infrastrutture, che saranno il motore della crescita nel secondo semestre. Ciò detto, dopo l'ultima riunione del Politburo e del Consiglio di Stato, ribadiamo la nostra view secondo cui le autorità sono diventate meno propense a iniettare nuovi stimoli in modo massiccio, avendo accantonato l'obiettivo di crescita del 5,5% nel 2022.


Lo scenario base di ANIMA. In questo contesto, ci aspettiamo un secondo semestre un po' più debole: abbiamo rivisto al ribasso le nostre stime di crescita per il terzo trimestre, da 5,5% a 5,3%, per via dei lockdown implementati in molte città; resta invece invariata la proiezione per il quarto trimestre, 4,0%, che dovrebbe portare il tasso di crescita annua al 3,7%, rispetto al 3,8% precedente.

 

Inflazione


USA - Tempo di riflessione, non di cambiamento


Continuiamo a ritenere che negli Stati Uniti l'inflazione stia raggiungendo il picco. Tuttavia, pur non avendo modificato la forma del profilo di inflazione core nei prossimi mesi, abbiamo introdotto un fattore di correzione discrezionale. La ragione è molto semplice e, per alcuni versi, equa e prudente. I principali indicatori anticipatori stanno infatti dimostrando un potere previsivo mediocre in termini di timing delle variazioni, ma restano affidabili per quanto riguarda il trend di fondo. Pertanto, abbiamo modificato il nostro scenario base per incorporare un premio per il rischio di inflazione, pur senza modificare la forma del sentiero atteso.


Un passo avanti, un passo indietro. Dopo la sorpresa al ribasso nel dato relativo al mese di luglio, avevamo ipotizzato che l'inflazione statunitense stesse raggiungendo l'apice, ma avevamo raccomandato nello stesso tempo di prendere quei dati e i successivi con un pizzico di cautela. Avevamo infatti notato che alcune componenti importanti dell'inflazione core, sotto attento esame da parte del mercato, si stavano comportando in modo disordinato. Nella categoria dei beni, in particolare, si era registrato un calo sia dei prezzi delle auto nuove che di quelli delle auto usate, a fronte di previsioni di aumento suggerite dagli indicatori prospettici. Lo stesso dicasi per gli affitti figurativi nella categoria dei prezzi delle abitazioni. Nel mese di agosto, l'inflazione core ha fatto esattamente l'opposto, sorprendendo al rialzo le stime di consenso per 0,3 punti percentuali (un errore di questa portata si è verificato solo quattro volte negli ultimi 25 anni).


Quattro problemi in agosto. All'interno del paniere dell'inflazione core, quattro componenti hanno spiazzato le previsioni di consenso (un solo analista sui 67 interpellati da Bloomberg ha fornito la stima corretta): auto usate, abitazioni, abbigliamento e articoli per la casa, sanità, che equivalgono nel complesso rispettivamente al 63% e al 49% dei panieri core e headline.


Interrogarsi non fa male. Ci siamo chiesti se il trend rialzista su queste voci possa proseguire, dal momento che la risposta avrebbe implicazioni enormi per il nostro scenario base: l'aspettativa attuale di un calo dell'inflazione core a partire dal quarto trimestre sarebbe sostituita dalla prospettiva di una persistenza delle pressioni sui prezzi, con ricadute importanti per le previsioni sulle decisioni della Fed e sull'andamento dei mercati. Questi i risultati delle nostre analisi:


1) Auto usate (peso nei panieri dell'inflazione headline e core: 4% e 5%). In assenza di strumenti alternativi di previsione, non abbiamo altra scelta che continuare a utilizzare i principali indicatori anticipatori. Nel mese di agosto, l'indice Manheim relativo ai veicoli usati, che anticipa la dinamica dei prezzi delle auto usate di uno/due mesi, ha registrato il secondo maggior calo dalla crisi finanziaria del 2008, battuto solo dal dato di aprile 2020, in piena crisi Covid. Questo, in combinazione con la costante ripresa della produzione automobilistica, il miglioramento delle condizioni di approvvigionamento globale di chip e l'arrivo dei nuovi modelli 2023 presso i concessionari, sembra anticipare una diminuzione dei prezzi nei prossimi mesi, incorporata nel nostro scenario base.


2) affitti figurativi e canoni di locazione per le prime case (peso nei panieri dell'inflazione headline e core: 31% e 39%). Come per le auto usate, non disponendo di strumenti con una migliore capacità previsionale, non possiamo che affidarci ai principali indicatori anticipatori. Sul fronte immobiliare, focalizziamo la nostra attenzione sulle due componenti più importanti e persistenti: gli affitti figurativi e i canoni di locazione per le residenze primarie. Le misure previsionali come Zillow e Apartment's List restano coerenti con un allentamento delle pressioni nei prossimi mesi; tuttavia, nonostante i recenti segnali di stabilizzazione, l'outlook per gli affitti delle prime case è più ambiguo. La prosecuzione del trend rialzista sui tassi dei mutui derivante dalle politiche della Fed, infatti, potrebbe far lievitare i canoni in virtù di considerazioni inerenti agli effetti di sostituzione, ma è sempre più evidente che il mercato delle locazioni immobiliari fa sempre più fatica ad assorbire l'aumento dei prezzi. In questo contesto, l'inflazione annua sulla componente affitti/ rendite immobiliari dovrebbe ridimensionarsi, anche se il nuovo livello d'equilibrio è meno chiaro. Nel nostro scenario base, prevediamo che l'inflazione su questa componente raggiunga il picco fra quarto trimestre 2022 e primo trimestre 2023.


3) Abbigliamento, arredamento e forniture per la casa (peso nei panieri dell'inflazione headline e core: 6,3% e 8,2%). Restiamo convinti che le pressioni sui prezzi di queste categorie di beni inizieranno ad allentarsi nel quarto trimestre, per diverse ragioni. Tra queste, lo spostamento della domanda dei consumatori dai beni ai servizi, che dovrebbe indurre i rivenditori a tagliare i prezzi dei prodotti più popolari durante la pandemia, e il rallentamento generalizzato della spesa per consumi. Sono peraltro in via di attenuazione i colli di bottiglia sul fronte dell'offerta e le pressioni inflazionistiche a monte.


4) Assistenza medica (peso nei panieri dell'inflazione headline e core: 6,8% e 8,8%). Questa componente ha registrato incrementi mensili fortissimi da maggio 2021, e la stretta correlazione con la crescita salariale degli operatori sanitari lascia supporre che le pressioni al rialzo persisteranno nei prossimi trimestri.


5) Assicurazioni sanitarie (peso nei panieri dell'inflazione headline e core: 0,9% e 1,1%). Benché le assicurazioni sanitarie abbiano un peso ridotto nel paniere dell'inflazione, anche questa voce, al pari dell'assistenza sanitaria, ha subito un'accelerazione sostanziale da ottobre 2021. A nostro avviso, questa dinamica è il risultato di un effetto distorsivo derivante dalla rinegoziazione delle polizze nell'era post-Covid. È difficile stimare il momento esatto in cui questa componente cesserà di offrire supporto ai prezzi dei servizi core, ma, secondo alcuni analisti, l'ultima finestra di rinegoziazione dei nuovi contratti d'assicurazione dovrebbe chiudersi tra ottobre e novembre 2022.


Tanto rumore per nulla, allora? Non proprio. Manteniamo la convinzione che l'inflazione statunitense stia raggiungendo il picco. Tuttavia, pur non modificando il sentiero delle nostre stime sull'inflazione core, abbiamo introdotto un fattore di correzione discrezionale. La ragione è molto semplice e, per alcuni versi, equa e prudente. I principali indicatori anticipatori stanno infatti dimostrando di avere un potere previsivo mediocre in termini di timing delle variazioni, pur restando affidabili per quanto riguarda il trend di fondo. Pertanto, abbiamo modificato il nostro scenario base per incorporare un premio per il rischio di inflazione, senza modificarne la forma del sentiero atteso. Detto altrimenti, abbiamo deciso di rivedere artificialmente al rialzo le stime sull'inflazione core, per tenere conto dell'inconsueta volatilità di alcune componenti chiave (in particolare, i prezzi di auto usate e alloggi) e del deterioramento delle capacità previsive a brevissimo termine dei principali indicatori anticipatori.


Il mondo è più grande degli Stati Uniti. C'è un'altra ragione per cui riteniamo che negli Stati Uniti l'inflazione stia raggiungendo il picco. Le pressioni sui prezzi continuano ad allentarsi a livello globale, come testimoniato da molti indicatori. Nel mese di agosto, in particolare, i prezzi alla produzione negli Stati Uniti sono scesi dell'1,1% su base annua (-0,1% su base mensile), mentre il PPI core ha subito una decelerazione di 0,2 punti percentuali, passando al 5,6% su base annua (questa misura è in calo costante dal picco raggiunto nell'aprile 2022, dopo che i lockdown in Cina e lo scoppio della guerra tra Russia e Ucraina hanno esacerbato i problemi lungo la catena produttiva globale). Anche i prezzi alla produzione dei beni intermedi, esclusi generi alimentari ed energia, stanno decelerando e sono scesi dello 0,9% su base mensile (secondo calo consecutivo). La dinamica dell'indice dei prezzi alla produzione per i servizi resta più problematica, ma il 60% dell'aumento registrato è riconducibile agli accresciuti margini commerciali (+0,8%), in gran parte associati alla vendita al dettaglio di combustibili e lubrificanti. Questi numeri sono coerenti con quanto evidenziato da altri dati, quali la componente dell'indice PMI relativa ai prezzi degli input produttivi, i prezzi all'importazione, le serie che monitorano la situazione sul fronte della catena produttiva e i prezzi delle materie prime. 


Lo scenario base di ANIMA. In questo contesto, e in coerenza con il nostro scenario base che contempla un rallentamento della domanda interna statunitense nel quarto trimestre, manteniamo inalterato il sentiero delle nostre previsioni in termini di forma, e continuiamo ad aspettarci un calo dell'inflazione core nel quarto trimestre. Tuttavia, il processo di decelerazione delle pressioni potrebbe essere meno rapido di quanto ci aspettavamo in precedenza: secondo le nostre stime, si dovrebbe passare dal 6,2% del terzo trimestre al 5,8% del quarto (le proiezioni precedenti si attestavano rispettivamente a 5,9% e 4,9% per il terzo e quarto trimestre). I rischi sono orientati al rialzo sul fronte della volatilità dei dati, ma sono più bilanciati per quanto concerne la direzione.


Area Euro – Sul tema del gas

Lo scenario per l'inflazione in Area Euro non è cambiato in modo sostanziale: il trend rialzista continua a consolidarsi sia sull'indice dei prezzi al consumo headline che su quello core. Se le autorità comunitarie non interverranno sul mercato dell'energia, l'inflazione headline non dovrebbe raggiungere il picco prima del quarto trimestre 2022/primo trimestre 2023. L'inflazione core, al contrario, dovrebbe attenuarsi a partire dal quarto trimestre, in scia al rallentamento della crescita economica. Tuttavia, tanto più lunghi saranno i tempi impiegati dai prezzi di gas ed elettricità a normalizzarsi, tanto più lento sarà il processo di allentamento delle pressioni sull'indice, a causa delle ricadute dei rincari eccezionali nel comparto dell'energia sui prezzi dei servizi.


L'inflazione in Area Euro continua ad accelerare. Nel mese di agosto, sia il dato headline che quello core hanno sorpreso al rialzo. Tra le componenti volatili, il contributo dell'energia si è leggermente attenuato per il deprezzamento recente e gli effetti base, mentre quello dei beni alimentari si è rafforzato, nonostante una certa debolezza stagionale nei prezzi degli alimenti freschi. A livello core, le pressioni si sono intensificate, soprattutto nella componente dei beni non attinenti all'energia, con l'aumento dei costi di produzione dei beni durevoli e non durevoli probabilmente amplificato da una scontistica inferiore al previsto. L'inflazione sui servizi, al contrario, è rimasta pressoché invariata, il che lascia supporre che l'aumento dei prezzi dei servizi stagionali innescato dalla domanda abbia probabilmente raggiunto l'apice.


Picco dell'inflazione nel quarto trimestre. Forse. In prospettiva, l'inflazione nell'Area Euro dovrebbe raggiungere l'apice nel quarto trimestre, non nel terzo come atteso in precedenza. A nostro avviso, i rischi che il progressivo aumento dei prezzi di energia elettrica, gas e generi alimentari estendano ulteriormente il trend rialzista sull'indice headline si stanno materializzando.


Impatti indiretti dell'impennata dei prezzi energetici non ordinari. A livello core, i sondaggi di Markit-PMI e Commissione Europea suggeriscono che il ritmo di crescita dei prezzi di beni e servizi essenziali abbia iniziato a rallentare, ma ci aspettiamo che gli effetti indiretti connessi all'indebolimento dell'euro e ai rincari nel comparto dell'energia continuino ad esercitare pressioni al rialzo sui prezzi rispettivamente di beni e servizi. Per quanto riguarda questi ultimi, in particolare, riteniamo che gli aumenti di gas ed elettricità si trasmettano in misura più spiccata ai prezzi al consumo finali rispetto agli aumenti del prezzo del petrolio, in virtù di un impatto superiore sul costo dei fattori produttivi.


Lo scenario base di ANIMA. In questo contesto, ci aspettiamo che l'inflazione headline raggiunga il picco nel quarto trimestre (non nel terzo, come ipotizzato in precedenza), attestandosi in media al 9,1% nel terzo trimestre e 9,6% nel quarto (rispetto al 9,0% e 8,4% attesi un mese fa). Il tasso annuo relativo al 2022 viene rivisto al rialzo, dal 7,9% all'8,2%.


Cina – Pressioni sui prezzi contenute, in un contesto di debolezza della domanda interna 


Il nostro scenario base per l'inflazione resta invariato. La dinamica degli indici dei prezzi alla produzione e al consumo nel mese di agosto ha confermato ancora una volta che le pressioni sui prezzi sono limitate: l'inflazione headline continua a salire, seppur molto lentamente, mentre il dato core è in calo.


Il nostro scenario base per l'inflazione è invariato. Nel mese di agosto, la variazione annua dell'indice dei prezzi al consumo è scesa di 0,2 punti percentuali, dal 2,7% al 2,5%, complici gli effetti base e il minor costo dei carburanti. L'inflazione sui servizi si è stabilizzata allo 0,7% su base annua, in un contesto di recrudescenza dei rischi pandemici, e ha pesato sul dato core, fermo a 0,6% nel mese di agosto.


La variazione annua dell'indice dei prezzi alla produzione si è quasi dimezzata, da 4,2% a 2,3% su base annua, con il contributo determinante dei prezzi dei beni strumentali (in calo dal 5,0% al 2,4%, grazie alla riduzione dei prezzi delle materie prime), mentre l'inflazione sui beni di consumo è rimasta pressoché stabile (da 1,7% a 1,5%). In prospettiva, i prezzi alla produzione potrebbero risalire marginalmente nel quarto trimestre o stabilizzarsi, con una media per la seconda metà dell'anno del 4% rispetto al 7,8% del primo semestre.


Lo scenario base di ANIMA. Nel prossimo futuro, l'inflazione headline è destinata a registrare modeste pressioni al rialzo, complici gli effetti base e i rincari sui generi alimentari, ma i margini di aumento saranno comunque limitati in virtù di un'inflazione core che resta molto modesta. In questo contesto, ci aspettiamo che l'inflazione complessiva passi dal 2,1% del secondo trimestre al 2,7% e 2,8% del terzo e quarto trimestre, sostanzialmente in linea con l'obiettivo del 3% fissato dalla banca centrale.

 

NOTA: Approfondimento presentato in occasione dell'ultimo Comitato Investimenti, tenutosi il 20/22 settembre 2022


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