La view di ANIMA

Investment Advisory

Le Banche Centrali si confermano accomodanti a fronte dell’incertezza macroeconomica e geopolitica, mentre c’è attesa per un ruolo più attivo delle politiche fiscali. In questo contesto, si mantiene un approccio prudente, focalizzato sulla gestione tattica e selettiva.

​Nell’ultimo mese le Banche Centrali sono tornate al centro della scena, adottando provvedimenti che confermano l’orientamento accomodante delle politiche monetarie, ma non hanno sorpreso significativamente al rialzo le aspettative già molto aggressive degli investitori. 

La BCE, in particolare, ha varato un pacchetto di misure articolato (taglio del tasso di deposito, rafforzamento della forward guidance, miglioramento delle condizioni sulle aste TLTRO, riavvio del Quantitative Easing), ma un ulteriore potenziamento dello stimolo monetario sembra poco probabile, almeno nel breve periodo: Draghi ha posto l’accento sugli effetti collaterali dei tassi negativi ed ha ammesso le divisioni interne al Consiglio sull’opportunità di riprendere il QE. 

La FED ha tagliato i tassi di 25 punti base, per la seconda volta dopo luglio, ma non ha fornito indicazioni per il futuro, rivelando un approccio flessibile e relativamente meno interventista.

Nelle prossime settimane, assumerà crescente rilevanza per i mercati l’evoluzione del quadro macroeconomico, che rimane particolarmente incerta: nonostante la solidità dei consumi, la maggiore forza dell’economia americana rispetto al resto del mondo e le condizioni finanziarie accomodanti garantite dalle Banche Centrali, permangono significativi rischi derivanti dal rallentamento del commercio globale e dalla contrazione del settore manifatturiero.

Due fattori potrebbero consentire una ripresa del ciclo economico: un esito positivo della disputa commerciale tra Stati Uniti e Cina e un ruolo più attivo delle politiche fiscali a livello globale
Per quanto riguarda il primo punto, nonostante l’imprevedibilità di Trump renda difficile definire uno scenario, i recenti sviluppi lasciano intravedere la volontà di entrambe le parti di raggiungere un accordo, anche parziale. Per quanto riguarda la politica fiscale, il tema è particolarmente caldo in Area Euro ed è stato un punto focale del meeting della BCE, con Draghi che ha rivolto un vero e proprio appello alle autorità europee, affinché utilizzino i margini di manovra a disposizione in modo efficace e tempestivo; difficile, però, che ci siano importanti sorprese positive nel breve termine, visti i tempi della politica e l’orientamento conservativo dei Paesi fiscalmente più virtuosi. 

Lo scenario di riferimento resta dunque di difficile definizione, stante il permanere di elevati livelli di incertezza sul fronte geopolitico e macroeconomico. Le Banche Centrali continuano ad essere un fattore di supporto, ma l’atteggiamento (soprattutto della BCE) appare più attendista, mentre le politiche fiscali non sono ancora protagoniste. Si mantiene pertanto un approccio prudente e focalizzato su una gestione tattica e selettiva.

Più in dettaglio:

il giudizio sulle obbligazioni governative core in euro è negativo: le valutazioni non sono interessanti, specie considerando il ridimensionamento delle attese di ulteriori stimoli monetari; la view sui Titoli di Stato italiani passa da neutrale a positiva, grazie all'impronta più europeista del nuovo Governo ed al supporto della BCE;

- cautela sulle obbligazioni societarie: i rendimenti delle emissioni Investment-Grade sono modesti e il rischio idiosincratico in ambito High-Yield è significativo;

- il giudizio sulle obbligazioni emergenti passa tatticamente da positivo a neutrale: valutazioni e posizionamento impongono un atteggiamento più prudente nel breve periodo, ma la ricerca di rendimento degli investitori in un contesto di Banche Centrali accomodanti rimane un elemento strutturale di supporto;

- la view sui mercati azionari si conferma neutrale: la pubblicazione degli utili relativi al terzo trimestre potrebbe generare qualche sorpresa negativa e il focus sulla selezione dei titoli è massimo (preferenza per settori/società con valutazioni appetibili, prospettive di crescita degli utili sottostimate e dividendi elevati); a livello geografico, il giudizio sui mercati emergenti passa da negativo a neutrale, visto il possibile allentamento delle tensioni commerciali;

- invariati i giudizi sulle valute: neutrale su yen e sterlina, negativo sul dollaro (la FED ha maggiori margini di manovra rispetto alla BCE).


View di Mercato, Comitato Investimenti del 18/09/2019



I giudizi espressi non rappresentano indirizzi di carattere allocativo, ma un orientamento generale sull'ipotizzabile andamento delle diverse asset class, con orizzonte fra uno e tre mesi. La valutazione sulla liquidità è formulata in termini relativi, avendo riguardo al costo opportunità di detenere tale asset class rispetto alle altre.​




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