Con ogni probabilità la Brexit si materializzerà il 31 gennaio 2020, ma la definizione dei rapporti commerciali tra Regno Unito e Unione Europea richiederà ulteriori trattative.
Alle elezioni del 12 dicembre il Partito Conservatore ha registrato una vittoria netta, conquistando la maggioranza assoluta e un numero di preferenze che non si vedeva dai tempi di Margaret Thatcher. L’altro grande vincitore è stato il Partito Nazionalista Scozzese, che esce rafforzato nel mandato di cercare di ottenere un secondo referendum sull’indipendenza della Scozia dal Regno Unito. Sconfitti non solo i Labour di Corbyn, con il peggiore risultato dal 1935, ma anche i Liberal Democratici e il Partito Nazionalista Nord-Irlandese DUP.
L’intenzione del prossimo governo, con Boris Johnson nel ruolo di primo ministro, è quella di procedere rapidamente all’approvazione dell’Accordo raggiunto con l’UE e abbandonare l’Unione Europea il 31 gennaio 2020.
Il percorso è segnato: il Parlamento si riunirà martedì 17 dicembre, giovedì 19 il Governo affiderà alla Regina la lettura del programma di legislatura e, successivamente, sarà ratificata in prima lettura la legge sulla Brexit, con annesso accordo di divorzio. Dopo la pausa natalizia, il processo di ratifica sarà completato, rispettando la scadenza del 31 gennaio. Vista la composizione del Parlamento, ostacoli non se ne vedono.
Il drastico ridimensionamento dell’incertezza politica si è tradotto in un clima di risk-on, con mercati azionari spumeggianti, tassi in rialzo e un marcato apprezzamento della sterlina. In termini prospettici, gli analisti si attendono un recupero della borsa nei prossimi mesi: la ripresa della crescita globale sarà di supporto alle esportazioni delle aziende britanniche (che tendono a generare una quota significativa dei propri ricavi dall’estero), le condizioni monetarie resteranno accomodanti ed è atteso uno stimolo fiscale.
Peraltro, le valutazioni assolute e relative sono significativamente a sconto rispetto alle medie di lungo periodo e il posizionamento di mercato è estremamente conservativo, per cui una ripresa dei flussi da parte degli investitori istituzionali è probabile.
Nel corso del tempo, però, l’attenzione degli investitori si concentrerà sui negoziati che dovranno essere condotti con l’Unione Europea per definire la tipologia di relazioni commerciali, con Boris Johnson che punta a firmare un’intesa di libero scambio entro la scadenza del periodo di transizione, a fine 2020. I tempi sono però troppo stretti per portare avanti negoziati credibili, il che lascia presagire un’estensione dei termini (e dunque del clima di incertezza).
Andamento della sterlina contro euro
Fonte: Elaborazione Anima su dati Bloomberg.