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13.10.2023

In viaggio, ad alta quota

La crescita globale registra un quadro eterogeneo: l’economia statunitense è in salute, quella dell’Area Euro in graduale peggioramento e quella cinese stenta a riprendersi dopo mesi di difficoltà. L’inflazione invece continua a calare nei mercati sviluppati, ma con qualche ritardo negli USA per la componente dei servizi. Mentre Fed e BCE si preparano ad entrare nella fase di plateau e di tassi più alti più a lungo, restiamo costruttivi sui titoli di Stato core, mantenendo un atteggiamento più cauto sulle azioni



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Come un aereo che ha terminato la fase di salita e raggiunto la quota di crociera, le principali Banche centrali dei Paesi sviluppati sembrano ritenere adeguato l'attuale livello dei tassi, e si preparano a tenerli alti a lungo. Il nuovo assetto – come per tutte le manovre – richiede di fare il punto su direzione, velocità e aggiustamenti di rotta. Sul fronte della crescita, l'ultimo mese ha certificato la resilienza dell'economia statunitense, spingendoci a posticipare l'inizio della recessione a non prima del secondo semestre del 2024. In Area Euro, invece, l'attività economica dovrebbe iniziare a contrarsi già nell'ultimo quarto del 2023, mentre la Cina è ancora alle prese con diversi ostacoli sia ciclici, sia strutturali. Non vi sono sviluppi particolarmente significativi per quanto riguarda l'inflazione, che nei Paesi sviluppati continua a calare nella componente core, sebbene la dinamica dei prezzi dei servizi negli Stati Uniti si stia dimostrando ancora più resiliente delle attese.  In questo contesto, Federal Reserve e Banca Centrale Europea sembrano aver raggiunto il picco di hawkishness, ma si preparano a lasciare i tassi a lungo su questi livelli. La Banca Popolare Cinese, invece, è impegnata a mantenere la crescita intorno al potenziale, ma al tempo stesso sembra consapevole dei propri limiti.

 

Crescita


Negli Stati Uniti prosegue la fase positiva dell'economia
: la vivace attività economica è supportata innanzitutto dalla domanda domestica e degli investimenti aziendali, mentre anche il mercato del lavoro resta solido. Infine anche la qualità dei bilanci delle famiglie contribuisce a far sì che l'economia statunitense vada verso la recessione a un ritmo molto lento e in maniera graduale. Ci aspettiamo che la crescita raggiunga il picco nel terzo trimestre per poi entrare in recessione non prima del secondo trimestre del 2024.

 

In Area Euro il barometro punta al ribasso: perde slancio la spesa nelle varie categorie di beni e tiene quella per servizi, che però è vicina al picco, mentre dal lato dell'offerta si registra il rapido calo della produzione industriale. Fra i (pochi) fattori di supporto merita di essere citato il mercato del lavoro: anche per questo ci attendiamo che la recessione sia breve e di modesta entità.

 

Inflazione

Negli Stati Uniti, la dinamica dei prezzi continua a raffreddarsi ma a un ritmo più lento. Nel breve termine prevediamo rischi al rialzo per l'indice headline, mentre sui prezzi dei beni core iniziano a presentarsi alcuni rischi al rialzo e il trend disinflazionistico potrebbe essere in via di rallentamento (Grafico).  




Nel complesso, dunque, il nostro scenario base prevede ancora una generale tendenza disinflazionistica, ma meno ripida che in passato, e con rischi al rialzo.


In Area Euro dovremmo assistere a un prolungamento del trend ribassista sui beni
core, mentre l'inflazione sui servizi si mantiene decisamente più vischiosa. Nei prossimi mesi la disinflazione sui prezzi dei servizi dovrebbe continuare, ma questo movimento al ribasso potrebbe essere contenuto dalla solidità del mercato dal lavoro.


In Cina iniziano a registrarsi i primi segnali di una certa stabilizzazione dell'economia ma restano forti venti di testa strutturali: la fiducia dei consumatori è molto bassa, il commercio con l'estero stenta a riprendersi e il settore immobiliare rappresenta ancora un problema. 

 


Banche centrali


La Fed resta
hawkish ma sta spostando l'attenzione al medio-lungo termine. Le indicazioni sull'allentamento monetario nel 2024 potrebbero essere riviste ulteriormente al ribasso, mentre il dibattito sull'opportunità di un rialzo del tasso sui Fed Funds di lungo termine dovrebbe intensificarsi.


La Banca Centrale Europea non esclude ulteriori rialzi dei tassi, ma si tratta di un'eventualità che al momento appare piuttosto improbabile. Se i dati sull'attività porteranno a importanti sorprese al ribasso, la BCE potrebbe anche prendere in considerazione di tagliare i tassi già prima di giugno.


La Banca Popolare Cinese è consapevole che per risollevare le sorti dell'economia non basterà ridurre i tassi
e d'altro canto sa che un intervento eccessivo sarebbe rischioso per lo yuan e la stabilità finanziaria. Ci attendiamo che si mantenga accomodante e che entro fine anno si limiti a tagliare i tassi di 10 punti base.

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