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BCE, tassi fermi per la prima volta in dodici mesi

foto: Investment Advisory Investment Advisory

25.07.2025

BCE, tassi fermi per la prima volta in dodici mesi

Con l’inflazione al target del 2% sia nell’ultimo report sui prezzi che nelle previsioni a medio termine, la BCE ha dichiarato di aver “essenzialmente concluso” il ciclo di tagli disinflazionistico e di trovarsi “in buona posizione” per valutare come evolve lo scenario. Restiamo convinti che i trend macro giustificheranno due ulteriori tagli nell’anno in corso

Come ampiamente atteso, durante la riunione del 24 luglio la Banca Centrale Europea ha lasciato i tassi invariati (2,00% per il tasso di deposito, 2,15% e 2,40% per i tassi sulle operazioni di rifinanziamento principali e marginali), per la prima volta dopo sette tagli consecutivi. L’allentamento monetario complessivo consegnato durante il ciclo espansivo avviato a giugno 2024 resta dunque pari a 200 punti base, mentre il tasso di deposito si conferma stabile al centro della fascia di neutralità identificata a inizio anno nell’intervallo 1,75%-2,25%. 

Formalmente, l’orientamento per il futuro è rimasto inalterato: le decisioni continueranno ad essere assunte riunione per riunione in funzione del flusso di dati, senza vincolarsi a un percorso predefinito. Il comunicato stampa precisa anche che il flusso di dati più recente è rimasto coerente con lo scenario per i prezzi tratteggiato a giugno.

Tuttavia, la retorica adottata durante la conferenza stampa è stata più aggressiva del previsto, su diversi fronti: 
- la crescita è stata definita resiliente in diverse occasioni, sottolineando il contributo positivo di consumi e investimenti al dato più forte del previsto sul PIL del primo trimestre;
- Il calo dell’inflazione sotto il 2% nel 2026 è stato minimizzato, puntualizzando che la stabilità dei prezzi si valuta sulle prospettive a medio termine, e l’apprezzamento dell’euro non è stato oggetto di commenti specifici;
- le riflessioni sugli impatti macroeconomici di tariffe più elevate sono apparse più sfumate rispetto a giugno, quando era stato presentato uno scenario avverso che contemplava ricadute negative sia per la crescita che per l’inflazione. Christine Lagarde ha sottolineato che un eventuale accordo comporterebbe una riduzione dell’incertezza sulla politica commerciale che gioverebbe alla fiducia e alla crescita, e ha dichiarato che l’effetto netto dei dazi sull’inflazione non è chiaro (alle pressioni al ribasso derivanti da calo della domanda di importazioni e dirottamento dei flussi commerciali da altri paesi, si contrappongono le pressioni al rialzo legate a eventuali rappresaglie o all’emergere di colli di bottiglia lungo le catene di approvvigionamento globali);
- rispondendo alla domanda di un giornalista sulla possibilità che il prossimo intervento sui tassi sia un rialzo invece che un taglio, la Presidente ha detto di non poter escludere nulla.
 
L’inasprimento dei toni ha lasciato il segno sui mercati, complici le notizie incoraggianti delle ultime ore sulla possibilità che USA e UE raggiungano un accordo commerciale, e i dati migliori del previsto sulla fiducia delle imprese pubblicati in mattinata: la probabilità di un taglio a settembre è scesa dal 50% di inizio settimana al 20%, e i tassi tedeschi a due anni hanno registrato il maggior incremento giornaliero da oltre due mesi.

Restiamo dell’avviso che le ipotesi sottostanti lo scenario centrale della BCE (delineato peraltro ipotizzando un ulteriore taglio) siano ottimistiche: i rischi per la crescita sono orientati al ribasso, e il processo di disinflazione potrebbe svilupparsi in modo più rapido del previsto, stante la moderazione di pressioni salariali, margini di profitto e aspettative di inflazione dei consumatori. Pertanto, manteniamo l’aspettativa di due ulteriori tagli dei tassi entro fine anno.



Tasso di deposito BCE, andamento storico e attese implicite nella curva di mercato monetario

Grafico che illustra il tasso di deposito della BCE dal 2005 alle proiezioni per il 2026, mostrando fluttuazioni.


Fonte: elaborazione ANIMA su dati Bloomberg.



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