BCE: Prima che una crisi di liquidità diventi una di insolvenza

Fabio Fois

Responsabile Investment Research & Advisory

06.03.2020

BCE: Prima che una crisi di liquidità diventi una di insolvenza

Fra le possibili decisioni che la BCE potrebbe prendere nel prossimo Consiglio direttivo c’è quella di iniettare abbondante liquidità per scongiurare potenziali future crisi di insolvenza.
​Il prossimo Consiglio direttivo della BCE (previsto per il 12 marzo) sarà fondamentale per cominciare a capire come la politica monetaria domestica intende rispondere alle tensioni finanziarie ed economiche innescate dal diffondersi del Coronavirus. 
Fra le possibili decisioni che la BCE potrebbe prendere per limitare ampiezza e durata dei danni che il combinato disposto di uno shock all’offerta e alla domanda sta avendo sui mercati e sull’economia reale, c’è quella di iniettare abbondante liquidità nel tessuto produttivo. Evitare che una potenziale crisi di liquidità possa trasformarsi in una ben più problematica crisi di insolvenza è di fondamentale importanza, soprattutto per le medie e piccole imprese che rappresentano lo scheletro imprenditoriale dell’area euro. 

La buona notizia è che uno strumento che si potrebbe adattare bene a queste esigenze è già disponibile: sono le operazioni di rifinanziamento a più lungo termine. Le così dette TLTRO offrono agli enti creditizi dell’Eurosistema finanziamenti con scadenze pluriennali, diretti a migliorare il funzionamento del meccanismo di trasmissione della politica monetaria, sostenendo l’erogazione del credito bancario. Si tratta solo di plasmare questo strumento in modo da adeguarne la portata alle necessità della situazione contingente. Un’idea potrebbe essere quella di aumentare quanto più possibile - fino potenzialmente ad eliminarlo - il limite all’ammontare massimo di liquidità che le banche private posso prendere a prestito in BCE (attualmente il 30% del totale dei prestiti concessi a società non finanziarie e famiglie) ed eliminare le restrizioni all’ammontare prendibile a prestito in ogni singola operazione (attualmente fissato al 10%). 

Un ulteriore escamotage per aumentare la leva di liquidità delle operazioni stesse potrebbe essere l’inclusione, nell’attuale pool di strumenti usati per il calcolo della capacità di indebitamento delle banche commerciali, anche dell’ammontare delle linee di credito dirette alle aziende per sopperire a bisogni di cassa di breve periodo

Infine, una riduzione del costo sostenuto dalle banche commerciali sarebbe di grande aiuto. Questo si potrebbe ottenere in due modi: 1) rilassando il target di prestiti che le banche devono impegnarsi a erogare per potersi finanziare in BCE al costo del Depo rate (attualmente -50 punti base) anziché del più alto Refi rate (0%) ovvero 2) aumentare l’incentivo a superare l’attuale target dando la possibilità alle banche di prendere a prestito in BCE a tassi inferiori al Depo rate.






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