Federal Reserve, primo taglio dei tassi d’emergenza dal 2008

Investment Advisory

04.03.2020

Federal Reserve, primo taglio dei tassi d’emergenza dal 2008

La misura è stata decisa per fronteggiare i potenziali rischi per l’economia derivanti dallo scoppio dell’epidemia di Coronavirus. Crescono le attese di intervento da parte delle altre Banche Centrali.

​​​​​Il 3 marzo, con una mossa a sorpresa, la Federal Reserve ha tagliato i tassi di 50 punti base, portandoli nell’intervallo obiettivo 1,00%-1,25%. Si è trattato di una decisione unanime dettata da un orientamento preventivo: nel comunicato ufficiale diffuso dopo il meeting si sottolinea infatti che i fondamentali dell’economia restano forti, ma l’epidemia comporta rischi in evoluzione per l’attività economica. La porta per ulteriori misure espansive resta aperta: Powell ha dichiarato che il Comitato continuerà a monitorare gli sviluppi e le loro implicazioni per lo scenario, adottando le misure più appropriate per sostenere l’economia. 

Decisioni prese al di fuori delle riunioni tradizionali non sono così rare: accadde due volte nel 2008 (a fronte dell’inasprimento della crisi finanziaria e dopo il crack Lehman), in diverse occasioni nel 2001 (per contenere i rischi derivanti dallo scoppio della bolla internet e dopo l’attentato alle Torri Gemelle) e nel 1998, dopo il collasso del fondo LTCM. In tutti questi casi, ulteriori misure di stimolo vennero annunciate durante il meeting ordinario in calendario dopo la riunione d’emergenza. Questo ha contribuito a radicare le aspettative degli investitori di un ulteriore intervento a marzo: la curva dei Futures sui Fed Funds sconta un taglio di 50 punti base con una probabilità dell’80%. 

Sono drasticamente aumentate anche le attese di misure espansive da parte delle altre Banche Centrali. Tagli del costo del denaro sono già stati annunciati da Australia, Canada e da molti paesi emergenti (fra gli altri, nell’ultimo mese, Cina, Brasile, Russia, Messico e Indonesia), mentre la Bank of Japan ha offerto lunedì 4,6 miliardi di dollari alle istituzioni finanziarie e acquistato un ammontare record di ETF azionari. Cresce l’attesa anche per il meeting della BCE, in programma il 12 marzo: il mercato sconta un taglio dei tassi con una probabilità dell’80%, ma le ultime indiscrezioni parlano di un potenziamento del QE e di misure ad hoc per garantire finanziamenti agevolati alle imprese più colpite dall’emergenza sanitaria (rilancio del piano di tLTRO). 

Interpellato in conferenza stampa sui benefici delle misure annunciate, Powell ha sottolineato che una politica monetaria espansiva non è la riposta ottimale a shock economici all’offerta, pur contribuendo a supportare consumi e investimenti
Lo scetticismo sull’efficacia degli stimoli monetari nel contrastare la crisi in corso sembra essere diffuso fra analisti e investitori: i tassi più bassi non possono aiutare imprese che hanno interrotto la produzione per mancanza di semilavorati o incentivare alla spesa persone chiuse nelle proprie abitazioni per paura del contagio. Emblematica la reazione dei mercati: gli indici azionari americani hanno chiuso la sessione con perdite superiori al 2,0% e il rendimento dei titoli di stato decennali è sprofondato sotto l’1%, registrando un nuovo minimo storico. 

In quest’ottica, l’epidemia ha alimentato la consapevolezza che è necessario un coordinamento maggiore fra politiche monetarie e fiscali, specie considerando i margini di manovra ridotti di molte banche centrali. La riunione fra i ministri delle finanze e le autorità monetarie dei paesi del G7 che si è tenuta il 3 marzo aveva alimentato molte speranze, ma nel comunicato finale hanno trovato posto solo vaghe dichiarazioni di intenti e nessuna misura concreta. I tempi della politica devono essere accelerati. 
Tassi ufficiali USA

Fonte: elaborazione ANIMA su dati Bloomberg​.



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