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11.09.2020

Mercati in attesa della ripresa economica

La fase positiva vissuta dalle Borse nei mesi estivi potrebbe essere agli sgoccioli, complici i diversi elementi di incertezza sia sullo scenario macroeconomico che politico. La view sui mercati azionari, se pur costruttiva nel medio termine grazie al supporto di politiche monetarie ancora ultra-espansive, resta neutrale e l’approccio di gestione flessibile. Eventuali correzioni potrebbero essere interpretate come opportunità di acquisto.

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Cosa riserverà l'autunno ormai alle porte? Dopo l'inaspettato e brillante mese di agosto, i mercati ora potrebbero prendersi una pausa. Dalla fine del mese di luglio, il team gestionale di ANIMA aveva segnalato la possibilità di una fase di consolidamento/correzione sui mercati azionari, di qui l'adozione di un approccio flessibile. 


Nel mese di agosto, in realtà, le asset class rischiose sono poi state supportate dal sentiment costruttivo degli investitori, incoraggiati dalla favorevole combinazione di una serie di aspetti: in primis il miglioramento della situazione epidemiologica negli Stati Uniti e al contempo i progressi compiuti sul fronte medico/scientifico nella lotta al Covid-19, soprattutto sul fronte della sperimentazione dei vaccini; l'abbondante liquidità messa a disposizione dalle Banche Centrali, con lo storico cambiamento della cornice istituzionale di politica monetaria da parte della Federal Reserve e l'annuncio di nuovi stimoli fiscali in Europa. Infine, ma non per importanza, le confortanti evidenze che sono arrivate dalla dinamica degli utili aziendali in occasione della stagione di pubblicazione delle trimestrali. 


Tuttavia, il rally dei mercati (si veda il Grafico 1 relativo all'andamento delle azioni nelle diverse aree geografiche), primo fra tutti quello messo a segno dalla Borsa americana, grazie in particolare al traino del comparto dei titoli tecnologici (uno dei settori vincenti nel mondo “post-Covid", contraddistinto da fondamentali solidi) ha poi determinato un'alterazione delle metriche valutative e l'accumulo di alcuni eccessi, sia sul fronte del posizionamento (acquisti massicci di opzioni hanno alimentato un insolito rialzo sincronizzato di mercati e volatilità), sia a livello del quadro tecnico. 


Da qui, a inizio settembre, l'ondata di prese di profitto che ha visto protagonisti proprio i titoli che più si erano apprezzati negli ultimi mesi, in primis i cosiddetti “FANG", ovvero i giganti della tecnologia statunitense. Ecco allora che i principali indici azionari sono tornati semplicemente ai livelli di metà agosto, ma lo storno ha evidenziato la vulnerabilità di mercati saliti in modo energico sulla base della sola espansione dei multipli, in contro tendenza con un'economia reale che invece si presenta fortemente colpita dai lockdown in seguito al diffondersi della pandemia di Covid-19. 



​In questo contesto, il team gestionale di ANIMA ritiene che la fase positiva vissuta nei mesi estivi possa essere agli sgoccioli a causa dei numerosi fattori di incertezza presenti sia sullo scenario macroeconomico che politico. Dopo il rimbalzo del terzo trimestre, infatti, il team Investment Research & Advisory di ANIMA si aspetta un rallentamento della crescita globale, concentrato negli Stati Uniti e in Europa, con rischi al ribasso più consistenti per quest'ultima. 

La ripresa, infatti, è stata guidata dagli sviluppi sul lato dell'offerta, ma il contributo proveniente dalla domanda interna è stato più debole e principalmente guidato dagli stimoli fiscali e dalle misure di sostegno al mercato del lavoro, che in Area Euro hanno artificiosamente contribuito a conservare quasi invariato il tasso di disoccupazione (+0,4% da gennaio in Area Euro vs +7,5% in USA). 


I segnali di perdita di momentum stanno aumentando tanto negli Stati Uniti (calo del ritmo di creazione di nuovi posti di lavoro e delle vendite al dettaglio), quanto in Europa (marcata correzione degli indici di fiducia delle imprese operanti nel settore dei servizi). Senza contare che un flusso di dati meno incoraggiante e le difficoltà di approvazione del quarto pacchetto di aiuti al Congresso non saranno gli unici elementi a pesare sul sentiment degli investitori, alla luce del fatto che mancano ormai meno di due mesi alle elezioni presidenziali negli Stati Uniti (il livello di incertezza resta elevato, stante l'assottigliamento del vantaggio di Biden) e il rischio di una ricaduta del virus nella stagione fredda. A proposito l'aumento dei contagi in Europa non desta oggi particolari preoccupazioni, ma non è detto che la situazione possa cambiare in autunno, con l'influenza stagionale a complicare il tutto. 


Pertanto, questo contesto suggerisce di mantenere una view neutrale sui mercati azionari e un approccio flessibile, declinato ad oggi con un posizionamento più prudente. Eventuali fasi di debolezza sarebbero interpretate come opportunità di acquisto: il giudizio di medio termine resta infatti costruttivo, visto il supporto derivante da politiche economiche ultra-espansive, la prospettiva di consolidamento della ripresa (la fiducia degli investitori potrebbe aumentare dopo l'approvazione di un vaccino) e i potenziali flussi derivanti da un riposizionamento strategico degli investitori istituzionali. 


Le scelte settoriali restano comunque una leva cruciale di generazione di valore, vista la dispersione fra le performance registrate: in particolare, in generale, continuiamo a privilegiare i cosiddetti “Covid-winners" (ovvero salute e tecnologia), ma il sottopeso sui settori ciclici è stato selettivamente ridotto, considerata l'ampia sotto-performance accumulata e il rischio di violente rotazioni.


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