Notizie ed eventi

08.07.2022

Brividi d'estate

Dopo un primo semestre difficile, gli investitori si affacciano sulla seconda metà dell’anno con alcuni vecchi timori e qualche nuova preoccupazione. A banche centrali aggressive e inflazione elevata, si unisce infatti il timore di una recessione nei prossimi mesi. Un quadro che conferma l’atteggiamento prudente che abbiamo impostato da inizio anno, e che ci permette di guardare alle opportunità che il contesto offre.

Scarica il documento completo


Brividi di freddo durante l'estate più calda da circa vent'anni potrebbero anche essere auspicabili. Ma se a portarli è il peggior semestre finanziario degli ultimi cinquant'anni, qualche preoccupazione in più è lecito averla. I mercati azionari hanno perso oltre il 20% da inizio anno, i principali indici obbligazionari circa il 10%. E sui mercati aleggia quello che, comunemente, viene chiamato lo spettro di una recessione. Le tempistiche restano incerte, ma è evidente che ai fini dei movimenti di mercato poco cambia se la variazione del PIL è negativa o lievemente positiva. E 150 anni di storia confermano che i mercati finanziari si muovono con ampio anticipo rispetto all'economia.


Crescita. Nel complesso, lo scenario macro si sta evolvendo in linea con le nostre aspettative, anche se ci sono alcuni sviluppi di cui occorre prendere nota. Ci aspettiamo che l'economia globale mantenga una certa solidità nel terzo trimestre, sostenuta dal cosiddetto revenge spending: due anni di rinunce sono stati faticosi per i consumatori, ed è forte in questa fase il desiderio di spendere per esperienze e servizi. Tuttavia, i brividi dovrebbero aumentare con l'arrivo dell'inverno. Dal quarto trimestre, infatti, i consumi privati inizieranno a perdere slancio in modo più sostenuto e qualche scricchiolio nel flusso di dati sta già iniziando ad emergere. Per quanto riguarda l'Area Euro, gli indici di sorpresa economica mostrano una dinamica rassicurante, ma la fiducia delle imprese sta peggiorando sia nel settore manifatturiero che in quello dei servizi.




Inflazione. Gli sviluppi​ sul mercato delle materie prime energetiche e alimentari legati al conflitto in Ucraina suggeriscono che l'inflazione raggiungerà il picco un trimestre rispetto a quanto ci aspettavamo in precedenza, nel secondo trimestre negli Stati Uniti e nel terzo in Area Euro. Tratteggiare uno scenario è complicato: più il conflitto in Ucraina si protrae, più i rischi al rialzo si intensificano.


Banche centrali. Il messaggio lanciato dalla banca centrale americana, la Federal Reserve, è chiaro: il governatore Jerome Powell ha, infatti, dichiarato che il focus è ora sull'inflazione headline, che ha dinamiche molto difficili da prevedere. Non si può escludere, quindi, che nel terzo trimestre la variazione dell'indice dei prezzi al consumo headline possa continuare a salire, ad esempio per un'ulteriore fiammata del prezzo del petrolio, e costringa la Fed a inasprire ulteriormente la retorica. In questo contesto, il picco dell'aggressività della banca centrale sarà probabilmente raggiunto entro la fine del terzo trimestre.  Lato Banca Centrale Europea, lo spostamento del focus dai salari all'inflazione core ha costretto i mercati a prezzare un sentiero di aumento dei tassi molto più ripido, come avevamo anticipato. Per poter consegnare una stretta così importante, occorrerà introdurre uno strumento anti-frammentazione ed è probabile che la predisposizione di uno strumento efficace rappresenti un compromesso per poter provare a implementare gli aumenti dei tassi aggressivi che sono stati pianificati. 


​Scarica il documento completo


Scelti per te