Fondo Monetario Internazionale: “Rallentamento sincronizzato, prospettive incerte”

Investment Advisory

28.10.2019

Fondo Monetario Internazionale: “Rallentamento sincronizzato, prospettive incerte”

Riviste nuovamente al ribasso le stime sulla crescita globale, penalizzata dall’inasprimento dello scontro tra Stati Uniti e Cina. Ma nel 2020 ci si aspetta una ripresa.

​​​L’ultimo World Economic Outlook pubblicato dal Fondo Monetario Internazionale è stato caratterizzato dalla quinta revisione al ribasso consecutiva della stima sulla crescita del PIL reale globale nel 2019, che si dovrebbe attestare al 3%, -0,2% rispetto all’ultima previsione e valore più basso dal 2009. Anche il dato relativo al 2020 è stato tagliato (3,4% da 3,5%), ma evidenzia comunque aspettative di un’accelerazione dell’attività economica rispetto a quest’anno.

Gli ultimi trimestri sono stati caratterizzati da un rallentamento diffuso fra tutte le principali economie, prevalentemente per effetto delle crescenti tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina

L’introduzione di dazi, infatti, non solo ha depresso il commercio globale e provocato un aumento del costo di alcuni beni, ma ha anche pesato sulla fiducia delle imprese nel settore manifatturiero, inducendole ad una maggior cautela negli investimenti in beni capitali. Le ricadute negative per la crescita sono state in parte compensate dalle politiche monetarie espansive attuate simultaneamente nei Paesi Sviluppati ed Emergenti, che hanno garantito condizioni finanziarie estremamente accomodanti: il FMI stima che senza questo contributo la crescita globale prevista sarebbe stata più bassa dello 0,5% sia nel 2019 che nel 2020. In aggiunta, il settore dei servizi, per sua natura meno esposto alle dinamiche dei flussi commerciali, si è mantenuto relativamente solido, contribuendo alla crescita occupazionale, salariale e quindi dei consumi.

Il FMI si attende un rimbalzo dell’attività economica nel 2020, grazie alla ripresa in alcune economie emergenti (India, Russia, Brasile, Messico) e in Area Euro. La crescita in USA, al contrario, è prevista in rallentamento (dal 2,4% del 2019 al 2,1% del 2020) ed anche in Cina l’espansione dovrebbe proseguire a tassi più contenuti (dal 6,1% del 2019 al 5,8% del 2020). Condizioni necessarie per la realizzazione di questo scenario, però, sono il mantenimento di un orientamento accomodante da parte delle Banche Centrali e un allentamento del rischio geopolitico, con riferimento al quale l’accordo fra UK ed EU sul fronte Brexit ed i progressi nelle trattative tra Stati Uniti e Cina sulle tematiche commerciali rappresentano sicuramente sviluppi positivi. 

Da ultimo, il Fondo Monetario è intervenuto nel dibattito sempre più acceso fra i politici e gli investitori sull’opportunità di intensificare l’utilizzo della leva fiscale, soprattutto in quei Paesi in cui i Governi dispongono delle risorse necessarie per contrastare il rallentamento ciclico. Emblematico il caso della Germania: il basso debito pubblico unito a tassi di rifinanziamento per lo più negativi libera risorse utilizzabili per investimenti (ad esempio in infrastrutture e per la lotta al cambiamento climatico) in grado di innalzare stabilmente il livello di crescita.

Stime di crescita del PIL reale

Fonte: elaborazione ANIMA su dati ​FMI.



Scelti per te