La vita dopo la Fed

Fabio Fois

Responsabile Investment Research & Advisory

Secondo intervento d’urgenza in pochi giorni per la banca centrale americana, che ha reagito con grande forza ai rischi per la stabilità economico-finanziaria provocati dalla pandemia. Altri interventi potrebbero essere in arrivo.

​​Cosa è stato annunciato 

Nel corso di una riunione straordinaria tenutasi il 15 marzo, in anticipo di tre giorni rispetto al calendario prefissato, la Fed ha tagliato i tassi di 100 punti base, portandoli a 0,0-0,25% per la prima volta da fine 2015. Nel comunicato stampa rilasciato dopo il meeting, il Comitato ha segnalato che i tassi resteranno ai livelli attuali fino a che non emergeranno segnali che l’economia ha assorbito lo shock rappresentato dall’emergenza sanitaria e gli obiettivi di piena occupazione e stabilità dei prezzi appariranno conseguibili.

È stato lanciato un piano di acquisto di attività finanziarie con un controvalore minimo di 700 miliardi di dollari, di cui 500 in titoli di Stato e 200 in cartolarizzazioni di mutui ipotecari emesse dalle agenzie. Le operazioni inizieranno il 16 marzo, in quantità e con un ritmo tale da garantire il regolare funzionamento del mercato dei Treasuries e degli MBS (su cui settimana scorsa sono state vissute fasi di tensione) e supportare per questa via l’attività economica.

La Fed ha dichiarato di monitorare con la massima attenzione le condizioni sul mercato del credito e ha adottato numerosi provvedimenti per prevenire eventuali pressioni dal lato del finanziamento e sostenere il flusso dei prestiti a famiglie e imprese. In particolare, le istituzioni finanziarie sono state incoraggiate a utilizzare capitale e liquidità in eccesso rispetto ai requisiti vigenti e a sfruttare la finestra di sconto, resa estremamente conveniente mediante una riduzione del tasso applicato di 150 punti base e un’estensione della finestra temporale a 90 giorni. Il coefficiente di riserva obbligatoria è stato portato a zero.

Infine, in coordinamento con altre banche centrali (Bank of Canada, Bank of England, Bank of Japan, BCE e Swiss National Bank), è stata annunciata un’azione per aumentare l’offerta di liquidità in dollari. In ciascuna area saranno condotte operazioni straordinarie su base settimanale con scadenza più lunga (84 giorni) e costo inferiore (tasso OIS maggiorato di 25bp) rispetto alla prassi ordinaria

La nostra valutazione: un p​asso nella giusta direzione, con qualche caveat

La Fed è sicuramente intervenuta in modo forte e incisivo, con misure di peso dispiegate su molti fronti. L’azione sui tassi e il piano di acquisto titoli è stato strutturato con modalità (e flessibilità) tali da ridurre drasticamente la possibilità che si verifichino ulteriori dislocazioni sul mercato dei titoli di Stato. Tuttavia, la decisione di attribuire un ruolo centrale all’utilizzo della finestra di sconto per garantire il regolare svolgimento dell’attività di erogazione di credito al settore privato potrebbe essere accolta con qualche scetticismo. Si tratta infatti di un un’opzione che le banche hanno sempre utilizzato poco e malvolentieri, temendo di essere percepite come meno solide da un punto di vista finanziario e per questo stigmatizzate. 

Prospettive: alea iacta est

Ci aspettiamo che la Fed annunci ulteriori misure di stimolo se lo stress sui mercati finanziari dovesse persistere. Durante la conferenza stampa, Powell ha precisato che i tassi negativi non sono al momento un'opzione. Nel caso in cui le banche dovessero dimostrarsi riluttanti a utilizzare la finestra di sconto, potrebbero essere riaperti meccanismi quali la Commercial Paper Funding Facility (CPFF) o la Term Auction Facility (TAF), introdotti nel 2008 per affrontare le criticità sul fronte del finanziamento. Se poi la risposta della politica fiscale dovesse essere deludente, la Fed potrebbe decidere di estendere il suo programma di acquisti alle azioni ed ai crediti (previo cambio delle regole attuali).






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